In Consiglio approvata la delibera che definisce le modalità di gestione delle due attività

Il Consiglio comunale di Carpi ha approvato nella seduta di ieri, giovedì 15 dicembre, una delibera che definisce le modalità di gestione delle Farmacie comunali di nuova istituzione (identificate con i numeri 17 e 21).

Come ha spiegato l’assessora alla Sanità Daniela Depietri presentando in aula la delibera la prima è stata istituita fin dal 2010 e su di essa era stato esercitato un diritto di prelazione da parte del Comune: la sua istituzione poi è stata temporaneamente sospesa a causa prima del sisma e a seguire dal progetto di riordino istituzionale conseguente alla modifica dei compiti delle Province e alle nuove norme regionali in materia di organizzazione degli esercizi farmaceutici e di prenotazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali. In seguito al nuovo quadro normativo definito dalla Regione la Giunta comunale a maggio di quest’anno ha poi approvato la proposta di revisione della pianta organica delle farmacie, anche al fine di dare attuazione alla vigente normativa che prevede l’istituzione di una sede farmaceutica ogni 3.300 abitanti in base alla rilevazione ISTAT della popolazione residente. Nell’ambito della più ampia ridefinizione della pianta organica delle farmacie è stato ridisegnato il perimetro territoriale della sede farmaceutica 17 (che troverà sede nella zona sud ovest del territorio comunale) ed è stata istituita una nuova sede farmaceutica (la numero 21, zona nord-est del territorio comunale); anche per quest’ultima è stata esercitata nel settembre scorso la prelazione a favore del Comune. Azienda Usl e Ordine dei Farmacisti non hanno elevato rilievi a questa nuova pianta organica.
I tecnici dell’ente locale hanno predisposto poi due relazioni tecniche illustrative che prevedono per l’apertura delle due nuove Farmacie comunali la forma giuridica della concessione di servizi da affidare per 18 anni tramite gara ad evidenza pubblica visto che per vincoli occupazionali l’ente locale non può assumere. Si propone di definire il canone annuale in misura pari al 3% minimo dei ricavi annui (da sommarsi a un versamento una tantum di 90 mila euro come canone iniziale) e di sottoporre tale percentuale ad offerta in aumento nel bando di gara.
Nella delibera approvata ieri sera dal civico consesso si stabilisce inoltre che il Comune deve comunque esercitare un controllo sulle attività delle Farmacie e di monitoraggio sulla qualità dei servizi erogati e sull’attenzione rivolta alle categorie disagiate. Infine i proventi derivanti dai canoni di concessione delle nuove Farmacie si prevede che siano destinati al finanziamento di attività nel campo dei servizi socio-sanitari, anche per il tramite dell’Unione delle Terre d’Argine.
Romana Mattioli, coordinatrice per l’assistenza allo sviluppo dei progetti strategici relativi alla gestione del Patrimonio e delle Società Partecipate del Comune, ha  spiegato in Consiglio che la titolarità delle nuove Farmacie rimarrà in capo al Comune, che ci vorranno almeno 4-5 anni per l’avviamento a regime dei locali e  che sarà colui o colei che gestirà la Farmacia a decidere dove insediarla all’interno del perimetro territoriale definito. “Abbiamo pensato ad un canone iniziale a 90 mila euro fisso per favorire i giovani professionisti mentre il canone annuo sarà di almeno 24 mila euro considerando come fatturato base della Farmacia 800 mila euro nella fase iniziale - ha spiegato – Allegata alla delibera c’è anche la Carta dei servizi con le linee guida da rispettare. Il 70% del punteggio è riservato all’offerta tecnica, considerando l’esperienza dei farmacisti che si candidano ad ottenere la concessione, la qualificazione del personale, le proposte qualitative. Pensiamo che la numero 17 e la numero 21 possano aspirare a diventare farmacie di media dimensione, con 1.2 milioni di euro di bilancio annuo. Il costo del personale nel bando di gara è indicato in 120 mila euro/anno. Si pensa che possano essere impiegate in ciascuna Farmacia 3-4 persone più il titolare che è remunerato dal reddito finale. Non pensiamo di recedere dalla concessione dopo 18 anni e consideriamo, secondo le ultime e consolidate prassi, il Codice degli Appalti come lo strumento per normare la concessione per la gestione di terzi, anche per una garanzia di trasparenza dell’affidamento”.
Aprendo il dibattito la consigliera del Movimento 5 Stelle Monica Medici ha criticato la scelta del Comune di non aprire direttamente le due Farmacie in zone disagiate, il fatto che così le potranno ottenere in concessione anche delle srl e che bisognava interessarsi del presidio sanitario più che della remunerazione economica di queste attività, magari facendole gestire all’ASP delle Terre d’Argine. “Credete che qualcuno oltre le catene come FCR o Farmacoop possa pagare 90 mila euro subito, poi il 3% annuo e poi dopo 18 anni lasciarvi l’avviamento? Questo bando non è fatto per il bene dei cittadini ma solo per alcune tipologie di gestori; economicamente non sta in piedi – ha concluso - a meno che non abbiate già in mente chi vincerà”. Si è detto d’accordo con Medici anche il consigliere di Carpi Futura Paolo Pettenati mentre Mariella Lugli (Pd) ha esordito stigmatizzando alcune affermazioni poco prima fatte dalla collega del Movimento 5 Stelle: “Cortile non poteva essere prelazionata, perché è nel Bando regionale del 2011. Solo se nel 2017 questo andrà ancora deserto allora nel 2019 andrà a pubblico concorso. Budrione non esiste come sede, ci sono le Farmacie di Migliarina e Fossoli che la servono adeguatamente: Carpi non ha luoghi disagiati dal punto di vista del servizio. E magari avvenisse l’ipotetica vittoria di FCR vista la realtà di questa azienda che investe gli utili a favore del Comune di Reggio Emilia…Giusto poi che anche il pubblico faccia concorrenza al privato in questo settore visto che le Farmacie 18, 19 e 20 sono destinate a privati”.
Il collega di Forza Italia Roberto Benatti dal canto suo ha invece detto che il Bando andava ‘spinto’ di più per incentivare la partecipazione di giovani farmacisti, dando punteggi maggiori alle società da essi composte o a cooperative, o ancora chiedendo canoni più alti sui proventi da articoli ‘extrafarmaco’ come i profumi. L’assessora Depietri ha allora ribadito che l’ente pubblico non può gestire in proprio una Farmacia per i suoi vincoli assunzionali, che i proventi delle due Farmacie Comunali verranno devoluti per fini sociali ma che comunque anche la concessione ha un costo e che l’ente locale non deve rimetterci con questa operazione.
Dopo le dichiarazioni di voto la delibera è stata messa in votazione ottenendo l’assenso di tutti i gruppi presenti in aula ad esclusione del Movimento 5 Stelle che si è espresso contro.

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